“Ancora una volta milioni di persone stanno pacificamente dimostrando perché il cambiamento chiesto sia concreto e non solo di facciata come anche l’ultimo rimpasto di governo ha dimostrato lasciando inalterati i posti chiave dell’esecutivo”. La voce di Awad è coperta dalla musica e dagli slogan che intanto la piazza lancia contro il governo, chiedendo ancora una volta all’esercito di favorire il processo di cambiamento.
A manifestare è il Cairo, mentre in molte altre città accanto alle manifestazioni contro il governo si moltiplicano quelle promosse dagli operai e da altri lavoratori per paghe più alte e migliori condizioni lavorative. Secondo un resoconto del quotidiano al-Masry al-Youm, migliaia di persone stanno protestando a Port Said, a Beni Suef, ad Alessandria, a Damietta a Mahalla al-Khubra, ad Assua, a Ismailia e in altre località. “C’è un intero paese che vuole il cambiamento – conclude Awad – e dice no al sistema poliziesco su cui si reggeva il regime”.
E che non ci sia più tolleranza per i soprusi della polizia lo dimostra un fatto di cronaca avvenuto ieri: a Maadi, quartiere della periferia del Cairo, un alterco tra un poliziotto e un autista di microbus si è concluso con la morte di quest’ultimo ucciso con due colpi di pistola sparati dall’agente. La folla ha poi circondato il poliziotto, incendiato la sua auto e scatenato per tutta la notte una protesta contro la polizia appiccando il fuoco al locale commissariato che era rimasto indenne durante i giorni delle proteste antri-Mubarak. Il responsabile dell’omicidio, ricoverato per alcune ferite, dovrà risponderne alla giustizia ordinaria.
Tratto da: Misna