Raffaella Cosentino, giornalista e blogger, ci racconta l'uso della rete come strumento attivo delle rivolte che stanno coinvolgendo i paesi arabi del sud del Mediterraneo
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Twitter, Facebook e YouTube non sono il movimento, ma gli strumenti del movimento. Hanno permesso di abbattere un regime pluridecennale, feroce e liberticida. Nelle piazze, gli attivisti avevano in una mano la bandiera, nell’altra il cellulare. Foto, post e tweet hanno incendiato gli animi e sconfitto la censura. Un pirata informatico è diventato ministro. Un rapper ha cantato la rivoluzione da YouTube. Niente sarà più come prima. E non solo nel mondo arabo.
Raffaella Cosentino ci racconta, in questo eBook pubblicato da terrelibere.org, un mondo arabo nel sud del mediterraneo che ha fatto prorpio l'utilizzo della rete e dei mezzi di comunicazione non controllati e poco controllabili.
Là dove grandi giornali e organi di infomazione occidentali e arabi hanno da anni hanno rinuciato ai propri inviati nelle capitali di paesi come Tunisia e Libia, accettando per buone e veritiere le notizie filtrate dall'informazione di regime, l'utilizzo della rete è diventato il mezzo del dissenso.
Un idea di libertà e un desiderio di riconquista del futuro connesso nel presente: migranti che sbarcano a Lampedusa con il cellulare già connesso pronti a dare notizie e a domandare informazioni, giornali “costretti” all'utilizzo delle fonti dirette, le uniche credibili, le uniche che bucano la rete della censura.
Egitto, Tunisia, e ora Libia, stanno accadendo, il processo non è concluso; i profughi scappano dalla Libia verso Tunisia ed Egitto, i dittatori sono abbattuti ma chi detiene il potere è sempre la nomenklatura; tutti hanno visto, tutti sanno, e molto era già conosciuto ma il cambiamento è cominciato e coinvolge anche noi.
Un processo aperto che cambierà e coinvolgerà non solo il mondo arabo ma anche l'occidente europeo pervaso nelle sue metropoli e nei suoi territori da migliaia di persone che da quelle terre in rivolta provengono o hanno origine. Uomini e donne che vorranno esercitare, anche nei nostri territori il proprio diritto di scelta di un fututro migliore, disposti a battersi per i propri diritti. E tutto quello che stà accadendo tra le sponde nord e sud del mediterraneo non pare che l'inizio ...
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