Il diario di bordo di Paolo Do - Hong Kong (Cina)
Qualche giorno fa la Cina ha formalmente richiesto di assumere il ruolo di coordinatrice nelle operazioni anti pirateria lungo le coste della Somalia. È forse in questo angolo del mondo, nuovo scenario di guerra, che possiamo osservare le prove tecniche della diplomazia e la prima manovra militare della Cina nel suo ruolo di potenza mondiale.
Qualche settimana fa, dopo il primo sequestro dell'imbarcazione De Xin Hai al largo del corno d`Africa, la questione anti pirateria, come l`hanno definita gli ufficiali del People’s Liberation Army (l`esercito cinese), è divenuta una vera e propria “questione politica” per la Cina. Anzi, è LA questione politica che vede la Cina impegnata per la prima volta sia militarmente oltre i propri confini nazionali, sia attraverso la propria intelligence. Non a caso il maggior centro mondiale di studio sulla pirateria risiede proprio ad Hong Kong.
Allo stesso tempo, l`esercito Cinese non è più l`esercito di contadini dell`epoca della rivoluzione: con l`arruolamento di migliaia di neolaureati come misura anti-disoccupazione, sta di fatto diventando un vero e proprio hi-tech army in tutti i sensi.
Il presidente Obama arriva in Asia mentre la Cina vuole l’elogio della sua crescita, ovvero il riconoscimento del suo ruolo militare proprio nell’oceano indiano ed in quello del pacifico; ma allo stesso tempo essa stenta a voler assumere quel ruolo di potenza globale che gli Usa vorrebbero assumesse. (Non arriva a caso l'affermazione di Obama sulla Grande Cina).
Se questo dimostra le divisioni interne al Partito della Repubblica Popolare, affatto omogeneo internamente a dispetto di quanto si possa pensare, allo stesso tempo la Cina ha stretto relazioni strategiche su energia e materie prime con molti paesi dell`Africa, del centro Asia, dell'America Latina e soprattutto con Mosca. È di due settimana fa l`arrivo a Pechino di Putin per la firma di un milionario accordo sulle forniture di Gas e costruzione di nuovi pipeline asiatici che dovranno fornire energia alla crescita dell`Impero Celeste. Proprio per questo (e conoscendo bene quali sono le relazioni Usa-Russia attualmente), la Cina non ha forse nemmeno l'intenzione di stabilire una relazione troppo stretta con gli Usa.
Come tutti si aspettavano, il primo passo statunitense in Asia è stato fatto in Giappone, suo principale alleato. Qui si sono incontrati per la prima volta Yukio e Obama, ovvero i “due presidenti del cambiamento”. La presenza di Obama al vertice di Singapore ha mostrato l`importanza che il presidente Usa e la sua amministrazione stanno dando al ruolo dell`Apec e alle sue economie nella recovery mondiale. Dopo aver affrontato crisi davvero pesanti, come quella delle tigri asiatiche del 1997 e della Sars poco tempo fa, la locomotiva Cinese ha affrontato quest`ultima trainando con la sua espansione tutta la regione, dalla Malaysia al Giappone. L’Asia è il vero vincitore nello tzunami globale e non a caso Obama si è definito il primo presidente del Pacifico.
A tutto ciò aggiungiamo la Russia, potenza sempre più asiatica e sempre meno europea, e il fallimento preventivo del vertice di Copenaghen a dicembre: decisione che non poteva essere più netta e chiara. Fin dall`inizio erano in molti ad essere scettici sui possibili risultati concreti di questa visita di Obama. Si sbagliavano.