Diffondiamo il discorso tenuto dal ministro degli esteri boliviano  David Choquehuanca durante la conferenza preliminare sul clima di  Tianjin, nel gruppo di lavoro su finanziamento e trasferimenti  tecnologici.
     1) Riteniamo che la scelta migliore sia quella di costituire un  nuovo Fondo di Finanziamento nella COP16 (Sedicesima Conferenza delle  Parti sul Cambiamento Climatico) e formare un Comitato Costitutivo che  si occupi del progetto dello stesso fino alla COP17. Tale comitato dovrà  rappresentare tutte le regioni e visioni esistenti. È fondamentale, per  lo sviluppo di questo nuovo fondo, che ad amministrarlo non sia la  Banca Mondiale.
2) Il Comitato Costitutivo dovrà presentare anche  una proposta per il coordinamento di tutti i meccanismi di finanziamento  esistenti, che dovranno trovarsi sotto il controllo del nuovo fondo;  questo costituirà l’ente principale e articolerà i finanziamenti per il  cambiamento climatico.
3) Relativamente alle risorse del finanziamento,  consideriamo che costituiscano il tema centrale, dal momento che non si  sta tentando di creare un’architettura finanziaria priva di risorse.  L’offerta di raccogliere 100.000 milioni è insufficiente di fronte al  dramma reale che si attraversa a causa degli effetti del cambiamento  climatico e non è in linea con le responsabilità dei paesi sviluppati  della Convenzione. “Raccogliere” non vuol dire fornire, dal momento che i  paesi sviluppati non si stanno impegnando a elargire risorse ma a  cercarle.
Eppure, diversi studi hanno dimostrato che solo per la mitigazione si  dovrebbe investire approssimativamente il 3% del PIL mondiale, mentre  l’inattività può portare a costi che superano il 20% del PIL mondiale.  Il costo sociale del carbonio sarà maggiore del costo necessario  all’adattamento e alla mitigazione. Certamente, si spende di più per le  guerre che per combattere il cambiamento climatico. Secondo Stigliz, la  guerra in Iraq è costata finora 3 trilioni di dollari al suo principale  promotore.
Questo finanziamento per adempiere i temi di adattamento,  mitigazione, tecnologia e boschi, dovrebbe corrispondere al 6% del  prodotto interno lordo mondiale dei paesi sviluppati, pari cioè alle  risorse che oggi questi destinano ai bilanci di guerra, sicurezza e  difesa.
Le fonti del finanziamento non devono provenire dal mercato del  carbonio perché questo servirebbe soltanto a tramandare le obbligazioni  di riduzione di emissioni dei paesi sviluppati a quelli in via di  sviluppo. Se guardiamo alla globalità di questi meccanismi di mercato,  saranno i paesi in via di sviluppo che finiranno per finanziare quelli  già sviluppati, visto che risulterà più conveniente per questi comprare  un certificato di riduzione delle emissioni, piuttosto che realizzare  detta riduzione nel proprio paese.
Le leggi di domanda e offerta perseguono il guadagno e non  ristabiliranno l’equilibrio con la natura a livello del clima,  provocando un processo speculativo che genererà nuove crisi finanziarie.
4) per quel che riguarda il finanziamento a breve  termine è necessario che la COP16 adotti una decisione specifica,  partendo dal presupposto che coloro che hanno offerto tale  finanziamento, prima debbano agire con trasparenza per renderlo  effettivo, affinché non finisca per essere l’ennesima promessa rimasta  incompiuta.
5) Il Comitato Esecutivo della Tecnologia deve  trovarsi sotto l’autorità della COP e costituire l’entità principale  nella sua materia. Il Centro di Tecnologia Climatica deve essere  subordinato al Comitato Esecutivo della Tecnologia ed agire seguendo le  sue istruzioni. I procedimenti del Comitato Esecutivo della Tecnologia  devono essere sviluppati dalla direzione del comitato stesso.
È fondamentale che il TEC, con le sue denominazioni inglesi, abbia  come obiettivo il trasferimento della tecnologia ai paesi in via di  sviluppo e non si limiti a rappresentare un’entità di assessorato.
6) I paesi sviluppati detengono gran parte dei  diritti sulla proprietà intellettuale. Per esempio, nell’anno 2005, il  76% dei brevetti sulle energie rinnovabili si trovavano in mano a Stati  Uniti, Giappone e paesi dell’Unione Europea. Con questi presupposti non è  possibile parlare di trasferimenti tecnologici, se il Comitato  Esecutivo della Tecnologia non ottiene attribuzioni sul tema della  proprietà intellettuale.
7) In relazione con le misure di verifica e  relazione è necessario stabilire dei criteri sia per quanto riguarda il  finanziamento che il trasferimento della tecnologia. Tale argomento deve  essere incluso nel lavoro del comitato costitutivo e della direzione  del Comitato Esecutivo della Tecnologia.
Traduzione di Valentina Veneroso
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 Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.  
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