In 40.000 hanno protestato a Seul contro il vertice del G20 che da giovedì si riunirà nella capitale coreana.
Le proteste riguardano i temi sociali ed ambientali. E' vastissima la coalizione che sta dando vita alla protesta.
"Basta con le speculazioni , vogliamo salario e reddito".
La polizia è intervenuta. Altre proteste sono attese nei prossimi giorni all'arrivo dei capi di stato.
Il G20 di Seul deve confermare quanto discusso nell'ultima riunione, quando si è allargato l'ingresso alla "stanza dei bottoni" del FMI a Cina, come terzo azionista dopo Usa e Giappone, scavalcando Germania, Francia e Gran Bretagna. Anche India, Brasile e Russia figurano nelle prime dieci.
Per cui un G20 che rispecchia la situazione globale ed il ruolo delle nuove forze economiche continentali.
Il cambiamento del FMI è uno dei punti in agenda insieme alle misure anticrisi, su cui si scontrano gli interessi dei vari attori globali.
Le mobilitazioni iniziate nel fine settimana da parte dei movimenti sociali parlano chiaro.
Dall'appello si legge:
Le proteste riguardano i temi sociali ed ambientali. E' vastissima la coalizione che sta dando vita alla protesta.
"Basta con le speculazioni , vogliamo salario e reddito".
La polizia è intervenuta. Altre proteste sono attese nei prossimi giorni all'arrivo dei capi di stato.
Il G20 di Seul deve confermare quanto discusso nell'ultima riunione, quando si è allargato l'ingresso alla "stanza dei bottoni" del FMI a Cina, come terzo azionista dopo Usa e Giappone, scavalcando Germania, Francia e Gran Bretagna. Anche India, Brasile e Russia figurano nelle prime dieci.
Per cui un G20 che rispecchia la situazione globale ed il ruolo delle nuove forze economiche continentali.
Il cambiamento del FMI è uno dei punti in agenda insieme alle misure anticrisi, su cui si scontrano gli interessi dei vari attori globali.
Le mobilitazioni iniziate nel fine settimana da parte dei movimenti sociali parlano chiaro.
Dall'appello si legge:
"Noi, movimenti sociali e organizzazioni, dobbiamo fermare l'agenda del G20 e del suo processo antidemocratico, costruendo dal basso alternative socialmente ed ecologicamente sostenibili.
Chiediamo:
- un cambiamento del modello economico, che implica la fine del modello neo-liberista e la promozione di un nuovo modello basato sul cambiamento sistemico, finalizzato al benessere delle popolazioni di tutto il mondo (anziché ai profitti aziendali), nonché l'adozione di strategie economie in grado di creare posti di lavoro dignitosi, così come una nuova architettura finanziaria;
- di fermare le “soluzioni” per il cambiamento climatico basate sulle logiche di mercato e sul processo antidemocratico dell'Accordo di Copenhagen (un chiaro passo indietro rispetto agli aspetti positivi del Protocollo di Kyoto), e l'immediato cambiamento del sistema produttivo, di consumo e di distribuzione;
- la fine del sistema agroalimentare basato sulla speculazione dei prezzi e sui profitti delle corporation, e la sua sostituzione con un sistema che supporti i piccoli agricoltori e promuova la loro sovranità;
- la sospensione delle negoziazioni del WTO e degli accordi bilaterali di libero scambio e regimi d'investimento, fino a quando non sarà approvato un nuovo accordo realmente basato sullo sviluppo sostenibile.
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