di Gloria Muñoz Ramírez
Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas (Frayba), che dal 1989 svolge il difficile lavoro sul campo in difesa degli abitanti delle regioni più povere e violentate del Chiapas, principalmente nelle comunità indigene, in questi giorni deve affrontare una nuova campagna di diffamazione, minacce e criminalizzazione del suo lavoro.
Con sede a San Cristóbal de las Casas, il Frayba è attaccato dall’autodenominato Ejército de Dios, organizzazione evangelica di stampo paramilitare le cui azioni offensive hanno come principale centro di operazioni la comunità di Mitzitón che si oppone alla costruzione dell’autostrada San Cristóbal-Palenque, a causa della quale spariranno le sue case, campi e coltivazioni. La strada è caldeggiata da gruppi evangelici vicini al governo di Juan José Sabines. Ma non si tratta di un conflitto religioso né intercomunitario bensì, come ha documentato il Frayba, dell’intenzione di spogliare questa comunità tsotsil del suo territorio per un progetto turistico di grande portata.
Il personale del Frayba ha documentato fedelmente le aggressioni dell’Ejército de Dios contro i coloni di Mitzitón, membri dell’Altra Campagna, motivo principale per cui ora viene aggredito da questa organizzazione che non nasconde la sua belligeranza e l’impunità con cui agisce.
Lo scorso primo ottobre, L’Ejército de Dios, capeggiato da Esdras Alonso González, ha organizzato una manifestazione di fronte al palazzo municipale di San Cristóbal de Las Casas per denunciare pubblicamente il Frayba quale “responsabile delle mobilitazioni di protesta in Chiapas”. Il volantino che distribuivano spiega tutto: “Presidente Calderón siamo con te! Ejército de Dios”.
Sugli striscioni che portavano i membri di questa organizzazione si chiedevano azioni penali contro Diego Cadena, presidente del Centro dei Diritti Umani, “mettendo a rischio l’integrità di avvocati e attivisti di questo Centro” – denuncia il Frayba in un comunicato.
Il 16 settembre scorso, Esdras Alonso González h scritto una lettera al segretario di Governo nel quale segnala che “i conflitti che si sono sviluppati nella regione degli Altos del Chiapas, in particolare nelle ejidali, sono dovuti alla presenza di attivisti e di organizzazioni nazionali, ed anche alla partecipazione di stranieri che formano la rete sociale che il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas coordina”. Alla luce di questa situazione, il Frayba ritiene responsabile Alonso González “di qualsiasi atto che attenti all’integrità di avvocati e attivisti” di questo centro.
tratto da La Jornada
(Traduzione “Maribel” – Bergamo)