Cancun 3 dicembre 2010
Inizia dal Palacio Municipal la Manifestazione dedicata alla contestazione del ruolo della Banca Mondiale nelle speculazioni intorno alle false soluzioni al cambio climatico come il mercato del crediti di carbonio. Gli attivisti internazionali della campagna "Banco Mondial fuera dal clima", denunciano l'assurdità di affidare ad una struttura come la Banca mondiale la soluzione della crisi climatica.
Dal Palacio Municipal nel centro di Cancun, la manifestyazione con un breve corteo, raggiunge e blocca simbolicamente l'entrata del Centro Commerciale Wall Mart, simbolo della grande distribuzione industriale di alimenti e responsabile di condizioni di lavoro prive di diritti per il personale impiegato.
Intervista con Miria, attivista dell'Honduras, che spiega il perchè della Campagna contro la Banca Mondiale. La BM finanzia progetti come quello della monocolitivazione di palma africana per produrre olio di palma per il mercato di biocombustibili. Monocoltivazioni estensive che distrugono le coltivazioni locali.
“..l'umanità è di fronte ad un grande bivio: continuare con il cammino del capitalismo, della depredazioni e della morte o intraprendere il cammino dell'armonia con la natura e del rispetto della vita”
“..l'umanità è di fronte ad un grande bivio: continuare con il cammino del capitalismo, della depredazioni e della morte o intraprendere il cammino dell'armonia con la natura e del rispetto della vita”
BANCA MONDIALE FUORI DAL CLIMA
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La Banca Mondiale fin dalla sua nascita è stata uno strumento fondamentale al servizio degli interessi delle trnsnazionali e delle lites finanziarie e politiche.
Nel tempo della crisi sistemica che attraversiamo – una crisi che è energetica, climatica, sociale – la Banca Mondiale ricerca un suo nuovo ruolo attraverso una “retorica” ma soprattutto nuovi investimenti nello sviluppo tra l'altro del “capitalismo verde”. Nel suo lessico ha introdotto le “preoccupazioni ecologiche” e “lo sviluppo sostenibile”, cercando una propria capacità d'azione in questo contesto.
Non possiamo lasciare che la Banca mondiale si appropri della difesa dei diritti delle persone, delle comunità e della stessa natura, per continuare a dare priorità agli interessi di sempre.
La crisi climatica è una realtà che viviamo e che colpisce il Sud globale. Con la complicità dei governi e delle elites del Sud, sono i popoli originari, i contadini, i pescatori che sono obbligati a pagare la maggior parte delle conseguenze e dei costi della crisi che non hanno certo causato.
LE FALSE SOLUZIONI
Il ruolo della Banca Mondiale è centrale nell'appoggio e promozione delle false soluzioni, come il mercato del carbonio con i “Meccanismi di sviluppo pulito” e i programmi di “Riduzione delle emissioni da deforestazione e degrado dei boschi”, il meccanismo è semplice compensare in maniera fittizia le emissioni di gas serra finanziando progetti che teoricamente riducono le emissioni.
E' la creazione di nuovi “derivati” finanziari su cui speculare che possono portare con sé la creazione di nuove bolle speculative.
Oggi la Banca Mondiale amministra 12 fondi di carbonio della Unità di finanziamento del Carbonio, con un valore di circa 2, 5 miliardi di dollari, che fino a questo momento hanno coinvolto principalmente paesi come la Cina, l'India, il Brasile, il Messico e la Colombia.
A lato delle attuali negoziazioni si parla del fatto che dei 30 miliardi di dollari del “finanziamento rapido” promessi con l'Accordo di Copenhagen, finora sono stati reperiti solo 7,9 milairdi di dollari, dei quali il 42% saranno canalizzati attraverso la Banca Mondiale e il 47% saranno gestiti in forma di prestiti.
Per capirci meno dell'1% è stato promesso per il cosidetto Fondo di Adattamento amministrato dall'ONU.
Contemporaneamente a questo nuovo settore d'investimento la Banca Mondiale sta finanziando altri progetti che contribuiscono al riscaldamento globale:
- 11 miliardi di dollari tra il 1992 e il 2004 in presititi per 120 progetti legati ai combustibili fossili, che rappresentano il 20% delle emissioni globali attuali.
- 7,3 miliardi di dollari tra il 2007 e il 2008 in progetti di combustibili fossili (senza includere i prestiti per operazioni di intermediazioni nel settore).
- 5,3 miliardi di dollari quest'anno per produrre energia rinnovabile e per l'efficenza energetica, come mega-dighe idroelettriche, agrocombustibili e energia nucleare.
Di fronte a questa situazione l'Accordo dei Popoli uscito dalla Conferenza di Cochabamba nell'Aprile 2010, nell'affermare che il finanziamento globale necessario per affrontare il cambiamento climatico deve essere il 6% del PIL globale sottolinea che i fondi devono essere pubblici, nuovi adizionali e non rimborsabili, eliminado il mercato del carbonio e senza nessun ruolo della Banca Mondiale.
A cura di Associazione Ya Basta Italia