L'esercito malgascio ha aperto il fuoco oggi contro una folla di centinaia di persone che protestavano contro il governo. Tra i manifestanti anche un gruppo di militari dissidenti. Due morti e cinque feriti è il bilancio delle vittime. Il capo della gendarmeria parla di tentato golpe.
Le forze di sicurezza in Madagascar hanno aperto il fuoco, oggi, contro una folla di centinaia dimostranti che protestavano contro il governo, nella capitale, Antananarivo. Alla manifestazione avevano aderito anche alcune gruppi dissidenti della polizia militare. Sono almeno due le persone rimaste uccise: due gendarmi che protestavano.
Gli ammutinati hanno eretto barricate lungo le strade. Secondo quanto ha riferito Claude Rakotodranj, locale rappresentante della Croce Rossa, sarebbero almeno tre le persone rimaste ferite negli scontri.
Alla guida dei militari dissidenti il colonnello della gendarmeria nazionale, Raymond Andrianjafy, che ha dichiarato: «La verità non morirà mai. Andremo avanti. Siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità».
Il generale Viennot Zafera, comandante della gendarmeria, rimasto, invece, fedele al governo, ha descritto, in queste ore, l'azione dei militari dissidenti come un tentativo di colpo di stato.
La tensione era già alta da aprile. La crisi politica e istituzionale ha, infatti, trascinato il Madagascar verso il collasso economico. Le sanzioni contro il paese hanno messo in ginocchio la popolazione da quando il presidente ad interim Andry Rajoelina, giunto al potere nel marzo 2009 grazie ad un golpe, ha ignorato ogni tentativo di mediazione con tutte le principali formazioni
Le forze di sicurezza in Madagascar hanno aperto il fuoco, oggi, contro una folla di centinaia dimostranti che protestavano contro il governo, nella capitale, Antananarivo. Alla manifestazione avevano aderito anche alcune gruppi dissidenti della polizia militare. Sono almeno due le persone rimaste uccise: due gendarmi che protestavano.
Gli ammutinati hanno eretto barricate lungo le strade. Secondo quanto ha riferito Claude Rakotodranj, locale rappresentante della Croce Rossa, sarebbero almeno tre le persone rimaste ferite negli scontri.
Alla guida dei militari dissidenti il colonnello della gendarmeria nazionale, Raymond Andrianjafy, che ha dichiarato: «La verità non morirà mai. Andremo avanti. Siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità».
Il generale Viennot Zafera, comandante della gendarmeria, rimasto, invece, fedele al governo, ha descritto, in queste ore, l'azione dei militari dissidenti come un tentativo di colpo di stato.
La tensione era già alta da aprile. La crisi politica e istituzionale ha, infatti, trascinato il Madagascar verso il collasso economico. Le sanzioni contro il paese hanno messo in ginocchio la popolazione da quando il presidente ad interim Andry Rajoelina, giunto al potere nel marzo 2009 grazie ad un golpe, ha ignorato ogni tentativo di mediazione con tutte le principali formazioni