La municipalita' della citta' californiana ha deciso di sospendere contratti e forniture come protesta contro il provvedimento razzista
Il consiglio comunale di Los Angeles ha deciso ieri quasi all'unanimita' (tredici voti favorevoli, uno contrario) di boicottare la legge sull'immigrazione varata in Arizona dalla governatrice Jan Brewer.
La città di Los Angeles ha votato una misura per cui sarà vietato fare affari con piccole imprese dell'Arizona fino a quando resterà in vigore questa legge, che consente alle forze di polizia di fermare immigrati anche solo sulla base di un semplice sospetto di clandestinità. Per avere effetto di legge, la risoluzione della municipalita' californiana dovra' essere firmata dal sindaco Antonio Villaraigosa.
Los Angeles ha investimenti e contratti con l'Arizona che ammontano a 58 milioni di dollari, molti dei quali in settori come servizi aeroportuali, portuali ed energetici, che non potrebbero comunque essere per legge oggetto di boicottaggio. Restano circa 8 milioni di dollari in contratti 'municipali', secondo Janice Hahn, co-firmatario del provvedimento. Alcuni di questi contratti riguardano il settore elicotteristico, le pistole elettriche Taser, la gestione dei rifiuti, apparecchiature di sorveglianza e ingegneristiche.
La misura adottata dal consiglio comunale sostiene che la legge incoraggia la discriminazione razziale ed e' incostituzionale. Si tratta della normativa piu' restrittiva degli Stati Uniti in materia di contrasto all'immigrazione clanestina. Dal momento in cui entrera' in vigore, il prossimo 29 luglio, consentira' agli agenti di polizia, dietro la vaga 'legittimo sospetto', di controllare lo status di chiunque incontri per strada, introducendo di fatto il reato di immigrazione clandestina. Alla Corte Suprema sono stati depositati numerosi ricorsi contro la sua applicazione, nonostante la maggioranza dei cittadini dell'Arizona siano a favore del provvedimento. Altre sollecitazioni al boicottaggio dell'Arizona, o pressioni per la cancellazione della legge, provengono da citta' come Oakland e San Diego. San Francisco ha invece proposto un analogo boicottaggio, ma sportivo. Secondo il City supervisor (negli Usa il braccio esecutivo del sindaco), le associazioni sportive cittadine non dovrebbero disputare partite o tornei nello Stato dell'Arizona. La governatrice che ha firmato la controversa legge, Jan Brewer ha definito il boicottaggio un atto spiacevole e increscioso, in primo luogo perche' "la legge rispecchia un obbligo federale: quello che tutti gli immigrati portino con se' documenti di identita'".
La legge incoraggia a identificare un cittadino in base a connotati razziali? "Pura retorica", secondo la Brewer. Tuttavia, in uno Stato conservatore come l'Arizona, anche la chiesa cattolica si è opposta, oltre a numerosi repubblicani. Un sondaggio Wall Street Journal/NBC ha invece accertato che la maggioranza degli americani, il 64 percento, e' a favore della legge, contro il 34 percento che si dice contrario.
La città di Los Angeles ha votato una misura per cui sarà vietato fare affari con piccole imprese dell'Arizona fino a quando resterà in vigore questa legge, che consente alle forze di polizia di fermare immigrati anche solo sulla base di un semplice sospetto di clandestinità. Per avere effetto di legge, la risoluzione della municipalita' californiana dovra' essere firmata dal sindaco Antonio Villaraigosa.
Los Angeles ha investimenti e contratti con l'Arizona che ammontano a 58 milioni di dollari, molti dei quali in settori come servizi aeroportuali, portuali ed energetici, che non potrebbero comunque essere per legge oggetto di boicottaggio. Restano circa 8 milioni di dollari in contratti 'municipali', secondo Janice Hahn, co-firmatario del provvedimento. Alcuni di questi contratti riguardano il settore elicotteristico, le pistole elettriche Taser, la gestione dei rifiuti, apparecchiature di sorveglianza e ingegneristiche.
La misura adottata dal consiglio comunale sostiene che la legge incoraggia la discriminazione razziale ed e' incostituzionale. Si tratta della normativa piu' restrittiva degli Stati Uniti in materia di contrasto all'immigrazione clanestina. Dal momento in cui entrera' in vigore, il prossimo 29 luglio, consentira' agli agenti di polizia, dietro la vaga 'legittimo sospetto', di controllare lo status di chiunque incontri per strada, introducendo di fatto il reato di immigrazione clandestina. Alla Corte Suprema sono stati depositati numerosi ricorsi contro la sua applicazione, nonostante la maggioranza dei cittadini dell'Arizona siano a favore del provvedimento. Altre sollecitazioni al boicottaggio dell'Arizona, o pressioni per la cancellazione della legge, provengono da citta' come Oakland e San Diego. San Francisco ha invece proposto un analogo boicottaggio, ma sportivo. Secondo il City supervisor (negli Usa il braccio esecutivo del sindaco), le associazioni sportive cittadine non dovrebbero disputare partite o tornei nello Stato dell'Arizona. La governatrice che ha firmato la controversa legge, Jan Brewer ha definito il boicottaggio un atto spiacevole e increscioso, in primo luogo perche' "la legge rispecchia un obbligo federale: quello che tutti gli immigrati portino con se' documenti di identita'".
La legge incoraggia a identificare un cittadino in base a connotati razziali? "Pura retorica", secondo la Brewer. Tuttavia, in uno Stato conservatore come l'Arizona, anche la chiesa cattolica si è opposta, oltre a numerosi repubblicani. Un sondaggio Wall Street Journal/NBC ha invece accertato che la maggioranza degli americani, il 64 percento, e' a favore della legge, contro il 34 percento che si dice contrario.