La denuncia di Emergency su quella che viene definita la più grande offensiva contro i talebani
Emergency accusa il Nobel per la pace Obama di crimini di guerra e chiede l'immediata apertura di un corridoio umanitario
Le truppe Usa che circondano Marjah impediscono l'evacuazione dei civili feriti, causandone la morte per mancanza di cure adeguate. La denuncia arriva dall'ospedale di Emergency a Lashkargah, che si trova a soli 40 chilometri dall'epicentro dell'offensiva alleata in corso da venerdì notte, e da dove si sentono distintamente i rumori della battaglia in lontananza: i boati sordi delle esplosioni, gli echi continui delle raffiche di mitra e i rumori degli elicotteri e dei caccia che volano senza sosta.
"Sabato mattina la Croce Rossa Internazionale ci ha contattati - riferiscono dal centro chirurgico dell'ong italiana - dicendoci che nel loro pronto soccorso di Marjah avevano 28 civili gravemente feriti nelle prime fasi dell'attacco, ma che non riuscivano a portarli al nostro ospedale perché i marines non concedevano loro il permesso di oltrepassare i checkpoint fuori città. Così, 6 dei 28 feriti sono deceduti per mancanza di cure adeguate".
"Siamo a domenica sera e i militari Usa continuano a impedire l'uscita dei mezzi della Croce Rossa Internazionale, che ora sta provando a far arrivare a Marjah un convoglio partito da Kandahar, nella speranza di poter rompere il blocco imposto dalle truppe Usa. Nel caso in cui l'evacuazione riuscisse, i feriti verranno portati qui all'ospedale di Emergency, il più vicino all'area dei combattimenti: solo 40 chilometri che però in questo momento richiedono 5 o 6 ore di viaggio a causa delle decine di checkpoint militari lungo la strada".
Solo pochi civili feriti nell'operazione alleata 'Moshtarak' sono giunti finora all'ospedale di Emergency a Lashkargah riuscendo ad aggirare il blocco imposto dalle truppe Usa. "Abbiamo ricevuto finora cinque feriti dalla zona di Marjah: tra di loro un bimbo di sette anni con una pallottola in pieno petto", spiegano dal centro chirurgico.
Durissima la presa di posizione di Emergency, che in un comunicato dal titolo 'Nobel per la pace e criminali di guerra' denuncia i "gravissimi crimini di guerra perpetrati dalle forze della coalizione internazionale guidate dagli Stati Uniti e chiede che venga aperto un corridoio umanitario per garantire una pronta assistenza ai feriti".
"Sabato mattina la Croce Rossa Internazionale ci ha contattati - riferiscono dal centro chirurgico dell'ong italiana - dicendoci che nel loro pronto soccorso di Marjah avevano 28 civili gravemente feriti nelle prime fasi dell'attacco, ma che non riuscivano a portarli al nostro ospedale perché i marines non concedevano loro il permesso di oltrepassare i checkpoint fuori città. Così, 6 dei 28 feriti sono deceduti per mancanza di cure adeguate".
"Siamo a domenica sera e i militari Usa continuano a impedire l'uscita dei mezzi della Croce Rossa Internazionale, che ora sta provando a far arrivare a Marjah un convoglio partito da Kandahar, nella speranza di poter rompere il blocco imposto dalle truppe Usa. Nel caso in cui l'evacuazione riuscisse, i feriti verranno portati qui all'ospedale di Emergency, il più vicino all'area dei combattimenti: solo 40 chilometri che però in questo momento richiedono 5 o 6 ore di viaggio a causa delle decine di checkpoint militari lungo la strada".
Solo pochi civili feriti nell'operazione alleata 'Moshtarak' sono giunti finora all'ospedale di Emergency a Lashkargah riuscendo ad aggirare il blocco imposto dalle truppe Usa. "Abbiamo ricevuto finora cinque feriti dalla zona di Marjah: tra di loro un bimbo di sette anni con una pallottola in pieno petto", spiegano dal centro chirurgico.
Durissima la presa di posizione di Emergency, che in un comunicato dal titolo 'Nobel per la pace e criminali di guerra' denuncia i "gravissimi crimini di guerra perpetrati dalle forze della coalizione internazionale guidate dagli Stati Uniti e chiede che venga aperto un corridoio umanitario per garantire una pronta assistenza ai feriti".
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