domenica 10 maggio 2009

Intervista a Vittorio Arrigoni, 'Restiamo umani'.

Vittorio Arrigoni, volontario dell'Ism - International solidarity movement, vive a Gaza da circa un anno, ed è stato testimone diretto e unica voce giornalistica italiana (e non solo) del genocidio perpetrato da Israele nei ventidue giorni (27 dicembre - 18 gennaio) di "Piombo Fuso". Vittorio ha pubblicato per il Manifestolibri, "Gaza, restiamo umani", il diario delle settimane di bombardamenti contro la Striscia. Infopal ha rivolto alcune domande di seguito riportate.

L'esercito israeliano si è auto-assolto (L'esercito israeliano si auto-assolve. La condanna delle organizzazioni umanitarie.), dopo aver portato a termine cinque "indagini". Queste sono le sue conclusioni: “Durante i combattimenti di Gaza, le forze di difesa israeliane hanno operato in accordo con le leggi internazionali”. Le uccisioni di civili inermi sono state definite “incidenti operativi”. Come commenta questi fatti?
Li commento come ha recentemente fatto Amnesty International, stroncando queste conclusioni per mancanza di credibilità. Secondo Amnesty “è responsabilità di coloro che hanno effettuato bombardamenti, attacchi di artiglieria e di altro tipo, provare che queste aggressioni erano veramente rivolte a obiettivi militari legittimi; non è compito delle vittime provare che non erano coinvolte in attività di combattimento. Ad oggi le informazioni fornite dall’esercito non hanno dimostrato niente. L’indagine dell’esercito israeliano non sostituisce l’inchiesta completa, indipendente e imparziale di cui c’è bisogno”. Prima di Amnesty International, era stato un rapporto pubblicato dall’ong Human Right Watch (Hrw) a porre l’accento sui crimini di guerra israeliani, per le armi usate e per la condotta adottata dal suo esercito nel corso dell’offensiva di gennaio a Gaza, in particolare sull’uso di ordigni al fosforo bianco. Se non bastasse, durante il massacro ricordo fu la Croce Rossa Internazionale a levare la sua voce per denunciare la violazione dei diritti umani di feriti e paremedici palestinesi. Alla fine li hanno ascoltati anche all'interno d'Israele: l'organizzazione umanitaria israeliana "Dottori per i diritti umani" (Phr) ha denunciato che nell'operazione Piombo fuso l'esercito israeliano "ha violato i codici etici...per aver attaccato personale medico; aver danneggiato strutture sanitarie e aver colpito indiscriminatamente civili non coinvolti nelle operazioni". Tsahal (l'esercito israeliano), prosegue Phr, "non solo non ha consentito l'evacuazione delle famiglie palestinesi assediate e ferite, ma ha anche impedito alle squadre palestinesi di soccorso di raggiungere i feriti". In particolare 16 membri del personale medico palestinese sono rimasti uccisi durante i combattimenti e altri 25 sono rimasti feriti mentre prestavano i soccorsi alla popolazione. Nonostante il ministro della Difesa Ehud Barak continui a definire l'esercito israeliano come "il più morale del mondo", Israele ha rifiutato di cooperare con la missione di accertamento dei fatti disposta dal Consiglio per i diritti umani dell’Onu, guidata dal giudice Richard Goldstone, il quale ha chiaramente espresso l’intenzione di indagare sulle violazioni al diritto internazionale commesse da tutte le parti in causa nel conflitto che ha avuto luogo a Gaza e nel sud di Israele. Non mi sorprendo. Una vera democrazia è in grado di processare il suo esercito per crimini di guerra. Israele chiaramente non è una democrazia compiuta.

L'Europa si è già dimenticata del genocidio nella Striscia di Gaza, lo hanno dimostrato le defezioni alla Conferenza contro il Razzismo, a Durban. Che opinione si è fatto di questi avvenimenti e del clamore suscitato?
Per via che la bozza del testo finale della conferenza Onu sul razzismo, tenutasi poi a Ginevra, conteneva accuse durissime contro Israele, la conferenza è stata boicottata da Stati Uniti, Canada, Italia, Olanda, Polonia, e ultima ad annunciare la defezione, anche la Germania. A quanto pare c'è una parte di Occidente che ritiene giusto continuare a far pagare l'irrisarcibile prezzo dell'Olocausto ai non colpevoli palestinesi. Cosa conteneva di così scandaloso quella bozza? Accusava Israele “per la sua violazione dei diritti umani internazionali, i crimini contro l’umanita’ e una forma contemporanea di apartheid”. Esattamente ciò che ripetono da anni inascoltati i premi Nobel Nelson Mandela, Desmond Tutu, Jimmy Carter, Wole Soyinka e José Saramago. Mica dei Frattini qualsiasi... Poco importa, una conferenza più partecipata e una più forte presa di posizione contro Israele di quella finale poi edulcorata dalla Nazioni Unite, non avrebbe cambiato di una virgola la situazione. Dal 1948 sino oggi, Israele ha sempre ignorato radicalmente il diritto internazionale e ha esercitato la sua sovranità in modo assolutamente arbitrario, sostenuta dagli Stati Uniti, che in sede di Consiglio di Sicurezza, hanno sempre coperto i crimini israeliani con il loro diritto di veto. Contando anche su un'ampia complicità di di stati europei, Israele può tranquillamente ignorare il diritto internazionale perché è come gli Stati Uniti, legibus soluta, al di sopra della legge. Per cui un massacro di civili come quello subito a Gaza è puro esercizio della sua routine criminale.

Il suo libro è una testimonianza forte, un'istantanea dei 22 giorni di massacri israeliani contro la Striscia. Come vive ora? Cosa prova e come sta la gente di Gaza?
Il piombo non è più fuso ma continua ancora a piombarci addosso a intervalli regolari. L'altro giorno, due minatori palestinesi uccisi dai bombaramenti israeliani su Rafah, e i contadini sono quotidianamente presi di mira dai cecchini mentre lavorano al confine (vedi video). Ogni mattina presto mi svegliano, qui davanti al porto, i colpi di mitragliatrice della marina israeliana che impedisce ai pescherecci palestinesi di andare poche miglie oltre la loro costa. Qui a Gaza è morta la speranza, sembra di vivere nell'intervallo fra una tragedia e l'altra, non si sono ancora dissipati i fantasmi, i traumi dell'ultimo massacro, che nuovi lutti (oltre la sofferenza dell'assedio) si annunciano a breve. A quanto pare l'esercito israeliano si sta esercitando per una nuova carneficina, data per imminente.
Qual è la sua impressione dei recenti dialoghi interpalestinesi al Cairo? Inoltre, come viene considerata attualmente Hamas tra la popolazione locale?
I continui rimandi a un accordo fra le varie fazione certo non fanno bene al morale di una popolazione che vorrebbe unità nazionale, innanzitutto. Ma la domanda sorge spontanea, Israele è chiaro che continuerà a non riconoscere un governo palestinese presieduto anche solo in coalizione da Hamas, quale sarà allora la risposta della comunità internazionale? Mi auguro non si continui a boicottare il partito islamico, che ricordo è uscito vincitore da elezioni libere e democratiche. Per quanto riguarda la popolarità dell'attuale governo, la settimana scorsa Hamas ha perso le elezioni svoltesi all'interno dell'unione dei lavoratori dell'Unrwa (diecimila dipendenti), dopo molti anni in cui usciva vincente. Ciò lascia intravedere un calo dei consensi nella popolazione di Gaza, a mio avviso fisiologico come per qualsiasi altro governo in carica.
Quando ritornerà in Italia?
Il mese prossimo proveranno ad attraccare al porto qui di fronte a dove vivo 8 imbarcazioni del Free Gaza Movement, cariche di aiuti umanitari, attivisti e premi Nobel per la pace. Se la marina israeliana non si macchierà di pirateria come sua abitudine, potrebbero essere per me la possibilità di fuoriuscire da questa immensa prigione a cielo aperto. Certo non mi è facile lasciare Gaza e i suoi civili in una situazione peggiore di come l'ho incontrata, specie alla vigilia di un possibile nuovo attacco israeliano, possibilmente questa volta senza scomodi testimoni internazionali.
(Foto Infopal in homepage: Vittorio Arrigoni di fronte all'ospedale al-Quds bombardato)

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!