Dai primi di aprile le popolazioni indigene dell’Amazzonia sono in lotta contro i decreti apparovati dal Governo Garcia che permettono la svendita delle terre e delle risorse alle transnazionali. Dalla metà di maggio gli indigen si sono dichiarati in insurrezione.
ULTIMA ORA
19 maggio 2009
Dopo aver preso atto della notizia della decisione presa con maggioranza da parte della Commissione Costituzionale del Congresso di dichiarare incostituzionale il decreto legislativo 1090, Legge Forestale e Fauna Silvestre, il Presidente della AIDESEP, Alberto Pizango Chota, ha sostenuto che questo è un buon passo per avviare una soluzione definitiva e duratura ai nostri problemi. Non si tratta di una battaglia vinta ma di una parte del processo attraverso il quale si può arrivare a rendere in operativo e abrogare l’intero pacchetto di legge. Ora le popolazioni sentono che le loro richieste iniziano a essere ascoltate.
Vi proponiamo alcuni comunicati dedicati alla proclamazione dell’insurrezione.
15 maggio
Comunità indigene: Moriremo difendendo il nostro territorio.
Il rappresentante di Aidesep ha affermato che sarà responsabilità del governo quello che può succedere e che di fronte alla violenza i popoli amazzonici s difenderanno. Dopo 35 giorni di blocchi della strada Fernando Belaunde Terry, scontri con i camionisti e aver creato problemi all’approvigionamento delle città della regione San Martín, i nativi hanno annunciato che non sospenderanno la protesta visto che considerano un fallimento le negoziazioni con il governo: questo è quello che ha affermato Alberto Pizango, presidente della Asociación Interétnica de Desarrollo de la Selva Peruana (Adiesep). Pizango ha sottolineato che il tavolo del dialogo con il Governo "non è servito a nulla" e dopo più di un mese di sciopero non ci sono segni di voler annullare i Tratados de Libre Commercio firmati dal Perú. Per questo i manifestanti si sono dichiarati in "insurgencia indígena" e non accetteranno lo stato di emergenza né la presenza delle forze dell’ordine. Ha anche affermato che verrà lasciata libera “per due o tre ore” la strada Fernando Belaunde a Tarapoto perchè ci si possa rifornire di alimenti e non ci siano tensioni con i camionisti. Posteriormente, in una intervista il Dirigente ha affermato che questa insorgenza significa disobbedire e disconoscere l’autorità del presidente della República Alan García le forze dell’ordine contro le quali i sono scontrati con la frase "annullamento del trattato o morte". "E’ responsabilità del Governo quello che può accadere", ha affermato alla conclusione della conferenza. Come si ricorda i nativi chiedono al Governo di applicare il Convenio 169 della Organización Internacional del Trabajo (OIT), che afferma che ci deve essere una consulta popolare perchè le compagnie trasnazionali possano stabilirsi nei territori.
15 maggio
Il Presidente dell’Organización Regional de los Pueblos de la Amazonía Norte (ORPIAN), Cervando Puerta Peña, appoggia lo stato di “insurrezione” dichiarato dai popoli indigeni.
Il dirigente ha appoggiato la decisione delle popolazioni amazzonica di decretare lo stato di insurrezione come mezzo di protesta di fronte alla “mancanza della volontà politica del Governo di rispondere positivamente alle loro richieste”. “Il rispetto e i diritti delle popolazioni non si negoziano” ha sentenziato il dirigente.Il presidente della ORPIAN ha esortato le forze politiche e la società civile a pronunciarsi come dimostrazione di appoggio alla protesta indigena che dura da 36 giorni consecutivi. Dall’altro lato il dirigente awajún ha presentato alla stampa un video che mostra gli scontri che hanno sostenuto i nativi con gli effettivi della Dirección Nacional de Operaciones Especiales (DIROES) sul ponte Corral Quemado, Amazzonia."La polizia sta minacciando di eliminare le popolazioni che sostengono lo sciopero indefinito amazzonico e cercano di fermare le nostre richieste con la violenza", ha affermato Puerta Peña.
14 maggio
La Selva in insurgencia
La Asociación Interétnica della Selva Peruana ha deciso di dichiararsi in “INSURGENCIA” contro il Governo di Alan García il che prevede che da oggi sono le leggi ancestrali quelle che vengono applicate nei nostri territori e in base alle quali vengono considerate come una aggressione esterna qualsiasi tentativo di entrare.
Pronunciamento del Comité de Lucha Nacional della AIDESEP.
“Noi, dirigenti eletti da voi per rappresentare i nostri interessi immediati e storici, vogliamo manifestare il nostro impegno a continuare fino a quando voi ci autorizzerete. E’ grande la nostra ammirazione per questa eroica lotta che dura da 35 giorni, tra freddo, mancanza di alimenti e agressioni insensate da parte degli organismi dello Stato che dovrebbero difenderci. Il nostro impegno è totale nel compiere il nostro lavoro di rappressentarvi di fronte allo Stato Peruano, al quale abbiamo dato vita dal 1821 con i nostri territori. Siamo impegnati per far conoscere ai potenti dello Stato Peruano e alla cittadinanza mestiza, i nostri diritti colpiti da un governo che vuole svendere i nostri territori e la nostra acqua per darli alle multinazionali straniere, come hanno fatto con il petrolio, il legname, l’oro e tutto quello che vogliono i ricchi del mondo. Siamo andati a cercare il dialogo con il Primo Ministro, con il Presidente del Congresso, con i dirigenti parlamentari e tutti hanno risposto lo stesso; “Non ci interessano i popoli indigeni né i loro diritti”. Abbiamo cercato tutti i mezzi per dimostrare che i decreti legislativi firmati da Alan García sono incostituzionali e ingiusti ma non abbiamo che sordi e ciechi. Per questo, fratelli delle 8 regioni della AIDESEP, il Comité Nacional de Lucha, eletto da voi , per mandato espresso da parte vostra, ha deciso di prepararsi a DICHIARARE CHE I NOSTRI POPOLI INDIGENI SONO IN INSURGENCIA contro il Governo di Alan García nei territori indigeni amazzonici, in conformità con l’Articolo 89º della Costituzione dello Stato perdano. Questo significa che le nostre leggi ancestrali diventeranno leggi obbligatorie nei nostri territori e i tentativi di entrare saranno considerati una aggressione.Facciamo appello alle foze sociali e politiche nazionali e popolari che condivisono l’indignazione verso questo governo a lavorare uniti per cambiare questo .modello di Stato che porta solo benefici ad un pugno di uomini senza vergogna a costo della fame e denutrizione dei nostri popoli.
COMITÉ NACIONAL DE LUCHA DE AIDESEP