Gli ospiti internazionali hanno raccontato le lotte dei popoli che vivono nello stato del Morelos, in Messico, in difesa delle risorse naturali, di cui sono custodi gli indigeni e i popoli originari che da 9 mila anni vivono in quelle terre, mentre il governo e le multinazionali vogliono accaparrarsi le terre e i corsi d’acqua distruggendo il territorio.
Don Saul Roque spiega che è fondamentale non solo difendere le risorse naturali che ancestralmente appartengono agli indigeni che le difendono e ne hanno cura, ma anche impedire che vengano privatizzate.Inizialmente "13 pueblos" hanno cominciato a lottare, adesso sono 64 e nonostante la repressione continuano a resistere.
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Fernanda Robinson nel suo intervento racconta che l’obiettivo del video-documentario è stato quello di creare uno strumento per aprire le porte al mondo a questa lotta, che in Messico viene censurata, ma che nonostante questo raggiunge sempre più persone interessate a conoscere la loro realtà e a vedere il video. Continua poi spiegando come è stata modificata la legge sugli ejidos, le terre che inizialmente erano comunitarie, ma con alcuni cambi alla costituzione sono diventate private ed è stato possibile venderle, e questo ha danneggiato fortemente gli indigeni che vivevano e coltivavano quelle terre. Cita anche il levantamiento zapatista del 1994 e conclude dicendo che, come si può vedere nel documentario, per le lotte e le resistenze il Messico è sul punto di esplodere.
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Francisco Taboada Tabone interviene ricordando che quando lo stato reprime violentemente la società civile, tutti abbiamo la responsabilità di difendere la popolazione e disconoscere lo stato.Termina spiegando che è necessario fare qualcosa per rompere la crtina imposta dall’informazione pilotata per informare realmente su quanto accade.
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