Un bombardamento aereo e l’esplosione di un colpo di mortaio israeliano hanno seguito nella Striscia di Gaza la visita del Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, secondo il quale il blocco economico imposto da Tel Aviv nella regione palestinese causa ormai da tre anni «sofferenze inaccettabili». Secondo l’agenzia di stampa palestinese Maan, un caccia israeliano ha bombardato un tunnel sotterraneo nei pressi di Rafah, non lontano dal confine con l’Egitto, senza provocare vittime; il colpo di mortaio sarebbe invece caduto nel nord della Striscia, nell’area di Beit Lahiya, anche in questo caso senza causare morti o feriti.
Dopo questi episodi, avvenuti tra ieri sera e questa notte, un portavoce delle Forze armate di Tel Aviv ha sostenuto che da giovedì sono caduti nel sud di Israele nove razzi lanciati da Gaza. Proprio il lancio dei «qassam», ordigni artigianali a gittata ridotta, assolutamente non in grado di competere con le sofisticate armi a disposizione di Israele, era stato addotto da Tel Aviv a motivazione della guerra che tra il 2008 e il 2009 provocò nella Striscia oltre 1400 vittime palestinesi. L’offensiva militare seguì l’inizio di un blocco economico che, complice la collaborazione dell’Egitto, rende da tre anni quasi impossibili i rapporti degli abitanti di Gaza con il resto del mondo. Ieri Ban Ki-moon ha sottolineato che l’embargo sui materiali edilizi imposto da Israele non consente l’avvio della ricostruzione in una regione ancora sconvolta dalla guerra e dalle sue ferite. Secondo il Segretario generale, del resto, il blocco alimenta il contrabbando e un clima di odio incompatibile con qualsiasi negoziato di pace. A questo clima sembrano contribuire nelle ultime settimane gli annunci israeliani sull’espansione delle colonie in Cisgiordania e nei quartieri orientali di Gerusalemme, occupati dal 1967 in violazione di una risoluzione delle Nazioni Unite. «Le politiche di ampliamento urbano di Gerusalemme sono le stesse applicate a Tel Aviv» ha detto il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu, mentre Ban Ki-moon era a Gaza.
Oggi Netanyahu è a Washington, dove domani sera potrebbe incontrare per la quarta volta il presidente Barack Obama, critico verso le ultime scelte israeliane pur nel rispetto di un’alleanza non in discussione. «I tre colloqui precedenti – sottolinea il quotidiano israeliano Haaretz – si sono svolti in un’atmosfera di tensione a causa della delusione dell’amministrazione americana per le politiche di Netanyahu e le sue posizioni sulla questione palestinese».
Dopo questi episodi, avvenuti tra ieri sera e questa notte, un portavoce delle Forze armate di Tel Aviv ha sostenuto che da giovedì sono caduti nel sud di Israele nove razzi lanciati da Gaza. Proprio il lancio dei «qassam», ordigni artigianali a gittata ridotta, assolutamente non in grado di competere con le sofisticate armi a disposizione di Israele, era stato addotto da Tel Aviv a motivazione della guerra che tra il 2008 e il 2009 provocò nella Striscia oltre 1400 vittime palestinesi. L’offensiva militare seguì l’inizio di un blocco economico che, complice la collaborazione dell’Egitto, rende da tre anni quasi impossibili i rapporti degli abitanti di Gaza con il resto del mondo. Ieri Ban Ki-moon ha sottolineato che l’embargo sui materiali edilizi imposto da Israele non consente l’avvio della ricostruzione in una regione ancora sconvolta dalla guerra e dalle sue ferite. Secondo il Segretario generale, del resto, il blocco alimenta il contrabbando e un clima di odio incompatibile con qualsiasi negoziato di pace. A questo clima sembrano contribuire nelle ultime settimane gli annunci israeliani sull’espansione delle colonie in Cisgiordania e nei quartieri orientali di Gerusalemme, occupati dal 1967 in violazione di una risoluzione delle Nazioni Unite. «Le politiche di ampliamento urbano di Gerusalemme sono le stesse applicate a Tel Aviv» ha detto il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu, mentre Ban Ki-moon era a Gaza.
Oggi Netanyahu è a Washington, dove domani sera potrebbe incontrare per la quarta volta il presidente Barack Obama, critico verso le ultime scelte israeliane pur nel rispetto di un’alleanza non in discussione. «I tre colloqui precedenti – sottolinea il quotidiano israeliano Haaretz – si sono svolti in un’atmosfera di tensione a causa della delusione dell’amministrazione americana per le politiche di Netanyahu e le sue posizioni sulla questione palestinese».
Fonte: www.misna.org