giovedì 25 marzo 2010

Riforma sanitaria Usa: momento storico o la solita fregatura?

 Come mai oggi i più delusi erano i Progressisti mentre dalle assicurazioni, che pure si erano battute ferocemente contro l'opzione pubblica, non si è sentita alcuna voce?

Dicono che oggi, 22 marzo 2010, sia una data storica per gli Stati Uniti: è passata alla Camera la riforma del sistema sanitario. Questa é la seconda data storica a cui ho la fortuna di assistere in prima persona da quando vivo qui in U.S., la prima era stata il 4 Novembre 2008: elezioni del 44esimo presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. E se la prima volta ero un po' in ansia, ma tutto sommato contenta e piena di speranze, questa seconda volta sono profondamente delusa e amareggiata.
I numeri e i fatti della riforma li conosciamo ormai bene, non staró qui a ripeterli. Come tutti quanti, anche io ho una mia opinione tecnica rispetto a ogni singolo punto della riforma. Ma il motivo della mia amarezza e delusione non è nei singoli dettagli tecnici, bensí nella constatazione che ancora una volta, negli Stati Uniti, quando si parla di sanità se ne parla in termini di business e si sentono espressioni come: regolamentare il mercato delle assicurazioni, creare una "health insurance exchange" (una specie di Borsa dedicata interamente alle assicurazioni salute), imporre alle assicurazioni di coprire ogni tipo di mercato... Mercato, di questo si parla, ancora una volta, e i diritti? Il diritto inviolabile di ogni essere umano a ricevere adeguate cure mediche è ancora una volta trasfigurato nel diritto del cittadino ad acquistare un prodotto piuttosto che un altro in maniera da garantire comunque il massimo profitto all'azienda fornitrice del servizio.
Gli ingenui chiedono: "Ma allora le categorie più indifese (poveri, persone sole e/o con disabilità, anziani), come faranno a tutelarsi in un sistema basato sul profitto e che sta già facendo migliaia di vittime?". E i furbi prontamente rispondono: "Daremo sussidi a coloro che non potranno permettersi di pagare la polizza assicurativa e alle imprese che vorranno pagare le polizze dei propri dipendenti". Ma io, che non sono né ingenua né furba, mi faccio due conti veloci e penso: "Ma bene, così continueremo a spendere miliardi di soldi pubblici non per la gente ma per coprire i costi esorbitanti (e appositamente gonfiati) delle polizze assicurative e dei servizi offerti a scopo di lucro".
Ma dovevamo aspettare un'amministrazione Democratica, il Presidente "storico", il Presidente del cambiamento e della speranza, per fare una riforma della sanità che non solo continua a parlare di mercato anziché di diritti, ma addirittura alimenta il sistema in maniera perversa perché introduce miliardi di dollari nelle tasche delle assicurazioni attraverso una serie di azioni tra cui: obbligo per ogni cittadino di comprare un'assicurazione (unica alternativa disponibile da quando l'opzione pubblica è stata eliminata dalla riforma); estensione dei programmi di Medicare e Medicaid in cui il Governo copre i costi dell'assistenza sanitaria ad anziani e poveri ma sempre attraverso le assicurazioni private. Inoltre, con più soldi in mano le assicurazioni saranno ancora più potenti e in grado di fare maggiori pressioni sul Congresso per impedire ulteriori riforme. E qui scatta un'altra domanda a cui non so dare risposta: come mai oggi i più delusi erano i Progressisti mentre dalle assicurazioni, che pure si erano battute ferocemente contro l'opzione pubblica, non si è sentita alcuna voce? Verrebbe da pensare che alle assicurazioni questa riforma piace, e questo è preoccupante.
Purtroppo il problema é, ancora una volta, culturale. L'americano medio è veramente convinto che la sanità sia un servizio che si deve comprare e meritare anziché un diritto che si ha in quanto esseri umani, per definizione. Ci sarà molto lavoro da fare per riportare gli americani al passo coi tempi dei diritti umani, ma ci sono ottime speranze. Questa riforma in linea di principio è deprimente ma voglio pensare che sia l'equivalente della Proclamazione di Emancipazione firmata da Lincoln nel 1862. Spero solo che non si debba (anche in questo caso) aspettare altri 100 anni prima di cominciare a parlare di diritto alla salute.

di Dada Pisconti

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!