Appunti da Atene
Atene 5 Marzo
Le grandi manifestazioni, che sono state realizzate il 4 e 5 marzo in Grecia, hanno dato una prima, immediata e dinamica risposta, da parte di quelli che stanno “in basso”, alle misure di salvataggio neoliberale, che impone il governo socialdemocratico alla società greca, sotto le condizioni della Commissione dell'Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale. Misure che la società di quelli “in alto” applaude, chiedendo una mano ancora più dura.
Ad Atene, ieri 4 marzo, ci siamo svegliati di nuovo con il rumore degli elicotteri sulla città, Ed è così anche oggi. Le prime pagine dei giornali hanno avuto tutte un unico titolo “3 marzo: una data che non dimenticheremo” … “Dimentichiamo oggi la Grecia che conosciamo” .. “Stato di guerra”
Il giorno prima il Primo Ministro aveva annunciato il nuovo pacchetto (il terzo in due mesi) di misure economiche con un orientamento neoliberista così selvaggio che non si era più visto in Europa dagli anni della Thactcher.
Misure che condannano la maggioranza della gente a una vita precaria.
La gente, che già da 4 mesi, giorno dopo giorno, continua ad essere bombardata – da tutti gli spazi di potere: governo, mezzi di comunicazione, intellettuali del potere, istituzioni europee … - con messaggi di paura, che cercano di imporre l'impressione che “tutti siamo nella stessa barca e che "se la barca affonda .. non respirate voi che siete “in basso” .. ogni vostro respiro può essere fatale ...” … la gente, superando la paura, è scesa nelle strade per dire un chiaro ed esplicito “NO” alle misure imposte.
Spiegare in poche righe quello che la Grecia sta passando negli ultimi mesi è impossibile.
Però quello che si può dire con certezza – semplificando le cose, che sono molto più complicate – è che se negli ultimi mesi dominava l'odore della paura nell'aria, ieri ed oggi i venti diffondevano nelle strade l'odore della rabbia .. molta rabbia giusta.
Le manifestazioni di ieri – risposta immediata, dinamica, spontanea e organizzata dai sindacati di base, organizzazioni di sinistra e dell'area anrachica – hanno riempito i nostri cuori con la speranza che “siamo qui, saremo qui e resisteremo ai loro piani di distruzione della vita, della nostra vita”.
Oggi la Grecia era in piedi.
Lo sciopero che era stato convocato solo ieri dai sindacati ha paralizzato il settore pubblico e privato: scuole, università, ospedali, ministeri, trasporti pubblici, aereoporti, banche, fabbriche e negozi sono stati chiusi.
Nella grande maniofestazione, nella piazza centrale di Atene, fin dal primo momento la gente ha mostrato la sua rabbia; non sopportando l'ipocrisia dei leaders dei sindacati ufficiali, ha scacciato dalla manifestazione i leaders della GSEE (Sindacato Generale dei Lavoratori – Grecia).
La polizia ha attaccato il concentramento in Piazza Sintagma però la gente, improvvisando, si è ritrovata in un corteo fino al Ministero del Lavoro. Nel cammino per le strade centrali di Atene, la manifestazione ha resistito agli attacchi della polizia, obbligandola in molti casi – con scontri corpo a corpo – a retrocedere e ritirarsi, ache i Corpi Speciali della Polizia.
La manifestazione si è diretta al Ministero e la gente ha cercato di entrarvi, rompendo le porte. La polizia, nel suo ruolo di sempre, ha innondato il centro di lacrimogeni e gas tossici, senza riuscire a disperdere la manifestazione che ha continuato il suo cammino con attacchi “selettivi” contro banche, multinazionali, negozi di lusso e uffici di sicurezza, ritornando un'altra volta al Parlamento.
Altrettante manifestazioni si sono svolte in altre città della Grecia. A Salonicco gli scontri con la polizia sono durati ore.
Le manifestazioni di ieri, così come il successo dello sciopero generale del 24 febbraio e la manifestazione delle 60.000 persone (i reportages completi li potete vedere in http://grecia-libertaria.blogspot.c...), segnalano con forza che la rabbia non può essere manipolata da nessuna campagna mediatica.
Sotto la spinta della gente e dell'indignazione sociale generalizzata di quelli che stanno “in basso”, i sindacati ufficiali sono stati costretti a convocare un nuovo sciopero generale per il prossimo 11 marzo.
Continueranno per tutta la settimana scioperi in vari settori del pubblico impiego, convocati da dioverse Associazioni Sindacali.
Senza dubbio, il neoliberismo trova grandi impedimenti in Grecia.
Se la Grecia di quelli “in alto” cammina verso il neoliberismo selvaggio, la Grecia di quelli “in basso” cammina verso la resistenza.
Se la Grecia di quelli “in alto” ha come arma la paura e la repressione, la Grecia di quelli “in basso” ha come migliore autodifesa la rabbia, la dignità e la lotta.
di E.M.
Le grandi manifestazioni, che sono state realizzate il 4 e 5 marzo in Grecia, hanno dato una prima, immediata e dinamica risposta, da parte di quelli che stanno “in basso”, alle misure di salvataggio neoliberale, che impone il governo socialdemocratico alla società greca, sotto le condizioni della Commissione dell'Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale. Misure che la società di quelli “in alto” applaude, chiedendo una mano ancora più dura.
Ad Atene, ieri 4 marzo, ci siamo svegliati di nuovo con il rumore degli elicotteri sulla città, Ed è così anche oggi. Le prime pagine dei giornali hanno avuto tutte un unico titolo “3 marzo: una data che non dimenticheremo” … “Dimentichiamo oggi la Grecia che conosciamo” .. “Stato di guerra”
Il giorno prima il Primo Ministro aveva annunciato il nuovo pacchetto (il terzo in due mesi) di misure economiche con un orientamento neoliberista così selvaggio che non si era più visto in Europa dagli anni della Thactcher.
Misure che condannano la maggioranza della gente a una vita precaria.
La gente, che già da 4 mesi, giorno dopo giorno, continua ad essere bombardata – da tutti gli spazi di potere: governo, mezzi di comunicazione, intellettuali del potere, istituzioni europee … - con messaggi di paura, che cercano di imporre l'impressione che “tutti siamo nella stessa barca e che "se la barca affonda .. non respirate voi che siete “in basso” .. ogni vostro respiro può essere fatale ...” … la gente, superando la paura, è scesa nelle strade per dire un chiaro ed esplicito “NO” alle misure imposte.
Spiegare in poche righe quello che la Grecia sta passando negli ultimi mesi è impossibile.
Però quello che si può dire con certezza – semplificando le cose, che sono molto più complicate – è che se negli ultimi mesi dominava l'odore della paura nell'aria, ieri ed oggi i venti diffondevano nelle strade l'odore della rabbia .. molta rabbia giusta.
Le manifestazioni di ieri – risposta immediata, dinamica, spontanea e organizzata dai sindacati di base, organizzazioni di sinistra e dell'area anrachica – hanno riempito i nostri cuori con la speranza che “siamo qui, saremo qui e resisteremo ai loro piani di distruzione della vita, della nostra vita”.
Oggi la Grecia era in piedi.
Lo sciopero che era stato convocato solo ieri dai sindacati ha paralizzato il settore pubblico e privato: scuole, università, ospedali, ministeri, trasporti pubblici, aereoporti, banche, fabbriche e negozi sono stati chiusi.
Nella grande maniofestazione, nella piazza centrale di Atene, fin dal primo momento la gente ha mostrato la sua rabbia; non sopportando l'ipocrisia dei leaders dei sindacati ufficiali, ha scacciato dalla manifestazione i leaders della GSEE (Sindacato Generale dei Lavoratori – Grecia).
La polizia ha attaccato il concentramento in Piazza Sintagma però la gente, improvvisando, si è ritrovata in un corteo fino al Ministero del Lavoro. Nel cammino per le strade centrali di Atene, la manifestazione ha resistito agli attacchi della polizia, obbligandola in molti casi – con scontri corpo a corpo – a retrocedere e ritirarsi, ache i Corpi Speciali della Polizia.
La manifestazione si è diretta al Ministero e la gente ha cercato di entrarvi, rompendo le porte. La polizia, nel suo ruolo di sempre, ha innondato il centro di lacrimogeni e gas tossici, senza riuscire a disperdere la manifestazione che ha continuato il suo cammino con attacchi “selettivi” contro banche, multinazionali, negozi di lusso e uffici di sicurezza, ritornando un'altra volta al Parlamento.
Altrettante manifestazioni si sono svolte in altre città della Grecia. A Salonicco gli scontri con la polizia sono durati ore.
Le manifestazioni di ieri, così come il successo dello sciopero generale del 24 febbraio e la manifestazione delle 60.000 persone (i reportages completi li potete vedere in http://grecia-libertaria.blogspot.c...), segnalano con forza che la rabbia non può essere manipolata da nessuna campagna mediatica.
Sotto la spinta della gente e dell'indignazione sociale generalizzata di quelli che stanno “in basso”, i sindacati ufficiali sono stati costretti a convocare un nuovo sciopero generale per il prossimo 11 marzo.
Continueranno per tutta la settimana scioperi in vari settori del pubblico impiego, convocati da dioverse Associazioni Sindacali.
Senza dubbio, il neoliberismo trova grandi impedimenti in Grecia.
Se la Grecia di quelli “in alto” cammina verso il neoliberismo selvaggio, la Grecia di quelli “in basso” cammina verso la resistenza.
Se la Grecia di quelli “in alto” ha come arma la paura e la repressione, la Grecia di quelli “in basso” ha come migliore autodifesa la rabbia, la dignità e la lotta.
di E.M.
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